I prodotti fitosanitari/pesticidi, strumenti potentissimi per proteggere i raccolti, stanno perdendo efficacia.
Ad un occhio inesperto può apparire come un beneficio ma invece si traduce nel fenomeno delle resistenze.
Le resistenze sono una minaccia crescente per l’agricoltura, la sicurezza alimentare e la salute pubblica, sollevando dubbi sulla sostenibilità delle pratiche agricole convenzionali.
L’agricoltura biologica si presenta come una possibile soluzione, ma è davvero la risposta che stiamo cercando?
In questo articolo esploreremo se e come l’agricoltura biologica può contrastare le resistenze, e cosa puoi fare tu, sia come agricoltore occasionale che come consumatore, per promuovere un futuro agricolo più sostenibile.

Resistenze: unica parola, più significati
Il concetto di resistenza in agricoltura assume un valore diverso a seconda del contesto in cui si applica:
- Se viene inteso come una resistenza che alcune piante dimostrano all’attacco dei parassiti è decisamente positivo;
- Se viene inteso come una resistenza che alcuni parassiti, sia insetto o fungo, dimostrano nei confronti dei fitofarmaci il significato è invece negativo.
Cosa stanno facendo le organizzazioni a livello globale
L’interesse è talmente grande e gli scenari futuri talmente preoccupanti che le maggiori organizzazioni internazionali hanno istituito interi gruppi di lavoro per questo.
Questi gruppi, detti comitati d’azione, oltre a studiare il fenomeno della resistenza sull’ambiente e sull’economia mondiale, si sono preoccupati di definirne il concetto, l’origine e le conseguenze.
I comitati sono distinti in:
- FRAC: Comitato d’azione sulla resistenza ai fungicidi;
- IRAC: Comitato d’azione sulla resistenza agli insetticidi;
- HRAC: Comitato d’azione sulla resistenza ai diserbanti;
- RRAC: Comitato d’azione per la resistenza ai rodenticidi.
Cosa indichiamo con il termine resistenze?
Il termine resistenze viene usato quando un agente patogeno (fungo, insetto, batterio, malerba, ecc.), che minaccia la crescita e lo sviluppo di una pianta, diventa non più sensibili ad un specifico pesticida e questo gli permette di svilupparsi e riprodursi senza controllo.
In termini pratici l’uomo perde la possibilità di gestire i vari parassiti con l’aggravante che le resistenze vengono ereditate da individuo a individuo essendo il frutto di una mutazione genetica.
Non confondere resistenze con tolleranze
Specialmente tra i parassiti si possono verificare dei fenomeni simili alle resistenze che vengono definiti tolleranze, ma che non sono perenni.
Infatti le tolleranze sono limitate nel tempo, non è ereditabile e scompare dopo qualche tempo.
Come si formano le resistenze
Sono molteplici i meccanismi di formazione delle resistenze ma possono essere raggruppati in tre categorie:
- La capacità della molecola di penetrare nei tessuti del parassita;
- Il parassita è in grado di modificare la struttura chimica della molecola rendendola non più tossica;
- Dai cambiamenti nel luogo in cui si distribuisce la molecola che rende meno sensibile la specie al prodotto.
La pressione selettiva esercitata dall’uomo
Indipendentemente quale sia l’origine della resistenza il continuo uso dello stesso pesticida nell’ambiente ha determinato una selezione indiretta degli individui resistenti e la scomparsa di quelli non resistenti.
In pratica, avviene la mutazione genetica dove i parassiti resistenti riescono a trasmettere il loro patrimonio genetico che sarà ereditato dalla popolazione futura.
Quelli non resistenti soccombono e quindi non trasmettono il loro patrimonio genetico che si perde in poche generazioni.
È l’uomo che si sostituisce alla selezione naturale con quella chimica.
Le resistenze agli insetticidi, fungicidi e ai diserbanti
Se pensi che le resistenze siano un problema recente ti sbagli di grosso.
Già dal 1900 si registravano le prime resistenze degli insetti, sono seguiti i funghi a partire dal 1960 con l’introduzione dei primi fungicidi ad azione specifica e in secondo momento sulle malerbe.
Ognuno di queste resistenze hanno punti critici su cui lavorare:
- Gli insetti che hanno manifestato particolari resistenze sono sopratutto quelli fitofagi (che si nutrono delle diverse parti di un vegetale) o parassiti nei confronti di animali e dell’uomo.
- I fungicidi utilizzati prima di quel decennio agivano con diverse modalità d’azione e in contemporanea, il fungo non riusciva a mutare così tanti geni contemporaneamente. Quando poi sono stati sviluppati i fungicidi “moderni”, che hanno diversi meccanismi d’azioni, si sono creati i presupposti per la mutazione.
- Le erbe infestanti, a differenza di insetti e funghi, hanno ritmi riproduttivi più lenti per questo la mutazione si sviluppa più lentamente. Tuttavia l’aumentare del fenomeno innesca un accanimento dell’uomo verso le malerbe in una catena di eventi che parte con un consumo maggiore di prodotto chimico, somministrato su piante che resistono sempre più e la comparsa di sempre nuove piante.
Quali conseguenze ci aspettano?
L’aumento di questo fenomeno si traduce inevitabilmente in:
- Aumento continuo dei costi di produzione delle materie prime alimentari;
- Conseguente rincaro sulle nostre tavole;
- Aumento dei rischi per la nostra salute;
- Danni ecologici correlati.
Ricordo che il fenomeno è passato da pochi casi sporadici nel passato a parecchie centinaia in meno di ottant’anni.
Possono sembrare molti anni ma con l’evoluzione che ha la società moderna il rischio di oltrepassare una linea di non ritorno è sempre più vicino.
Come ne esce la figura dell’agricoltore
Come detto, tutta la questione è sicuramente riconducibile all’uso incontrollato dei prodotti di sintesi negli anni passati.
Ripercussioni che leggiamo ancora ora, con la società che individua molto facilmente come capo espiatorio l’agricoltura, in generale, come principale conseguenza di inquinamento e deturpazione dell’ecosistema.
Non meno pulita ne esce la figura dell’agricoltore, ancora oggi etichettato per la sua scarsa professionalità e improvvisazione, in alcuni casi a buon ragione, però sempre per colpa di pochi individui che macchiano la professionalità di molti più “colleghi”.
Spesso le persone non vedono oltre ciò che gli viene detto o mostrato, infatti la questione è molto più complessa di così ed è facile “prendersela” con un agricoltore.
Perché l’agricoltura biologica può essere l’arma vincente contro le resistenze ai fitofarmaci
Reputo che l’agricoltura biologica possa contrastare in modo efficace le resistenze ai prodotti fitosanitari, o almeno non creane di nuove, perché i prodotti e le tecniche impiegate vanno a contrastare il patogeno in modo quasi indiretto.
Le varie tecniche colturali (sovescio, consociazione, rotazione, ecc) hanno il compito di nutrire e far cooperare le piante tra loro per ricreare un ambiente naturalmente resistente ad un attacco da parte di un patogeno.
Per esempio l’agricoltura biologica può contrastare le resistenze in questa maniera:
Le aromatiche proteggono le piante dagli insetti
Piantare delle aromatiche (timo, basilico, rosmarino) vicino a ortaggi (pomodori, carote, patate) perché nelle piante aromatiche si trovano delle sostanze che diffondono odori repellenti nei confronti della maggior parte degli insetti.
Previeni le malattie fungine con la miscela di rame e zolfo
I prodotti biologici vengono impiegati principalmente in prevenzione, spesso anche in repellenza, per questo il patogeno non ha modo di abituarsi.
Utilizza la miscela rame + zolfo (SOLUZIONE SCU) per prevenire la maggior parte delle malattie fungine che possono colpire il tuo orto.
Ricorda però che la prevenzione in questi casi è fondamentale per questo appena percepisci cambiamenti nelle temperature devi essere lesto a esegui trattamenti ripetuti a distanza di massimo 1 settimana.
I macerati domestici contro insetti e funghi
Gli induttori di resistenza (corroboranti) hanno la funzione di potenziare le difese della pianta in modo tale che possa reagire in modo molto più efficace ad un eventuale attacco.
Tra i tanti corroboranti trovi i macerati, facili da preparare e molto versatili.
Puoi produrti il tuo macerato utilizzando gli scarti domestici e, solo dopo determinati passaggi, potrai sfruttare il loro potere.
Famosa è l’efficacia dell’ESTRATTO DI CIPOLLA verso gli Afidi (pidocchi delle piante) ma anche verso le malattie fungine più comuni.
Il Bacillus thuringiensis letale per le larve
Alcuni microrganismi (funghi o batteri) invece competono per lo spazio che dovrebbe occupare il patogeno nocivo e quindi ne ostacola da proliferazione.
Tra i microrganismi troviamo per esempio il Bacillus thuringiensis.
Questo batterio colpisce svariati tipi di insetti, ma solo nel loro stato larvale.
Il Bacillus thuringiensis deve essere distribuito tramite irrorazione sulla vegetazione delle piante.
Quando i bruchi o le larve si alimentano, ingeriscono foglia e batterio che, all’interno dell’insetto, sviluppano tossine letali entro un massimo di 4 giorni.
Le coccinelle predano gli afidi e proteggono le piante
I macrorganismi (insetti) sono i nemici naturali di molti patogeni.
Questi macrorganismi si distinguono in predatori, se cacciano attivamente la preda per cibarsene, o parassitoidi, in questo caso all’interno del parassita si sviluppano i “piccoli” del macrorganismo.
La più famosa è la coccinella che preda gli Afidi.
Depongono le uova vicino alle colonie di afidi, e quando le larve si schiudono, si nutrono voracemente di questi piccoli parassiti.
Le coccinelle adulte continuano a mangiare afidi per tutta la loro vita, contribuendo a mantenere sotto controllo le popolazioni di afidi e proteggendo così le piante dai danni.
Il tuo ruolo attivo in tutto questo
Chi è ormai rassegnato potrebbe pensare che dovremmo stare in attesa che le cose cambino magicamente.
Devo purtroppo contraddire chi la pensa in questo modo.
Noi abbiamo due armi a nostro disposizione:
- Una a breve termine;
- Una a lungo termine.
L’arma a breve termine
Nel breve termine, il gioco è nelle mani di tutti gli appassionati che nella vita quotidiana possono adottare tutte quelle linee guida dell’agricoltura biologica più vicine dinamiche naturali.

Sei libero di adottare le pratiche agricole che preferisci (rotazioni delle colture, consociazione, sovescio), promuovere la biodiversità, usare prodotti di origine naturale, corroboranti, auto prodursi il concime tramite il compost, evitare gli sprechi d’acqua, controllare e gestire i parassiti , insomma, quello che preferisci.
La cosa importante è farsi consigliare da figure esperte del settore, informarsi da fonti attendibili, avere voglia di mettersi alla prova, sperimentare prodotti sempre nuovi e cosa più importante usare con razionalità e intelligenza qualsiasi prodotto.
Solo coltivando la tua passione potrai prendere conoscenza di questo e di altre problematiche che attanagliano questo meraviglioso Mondo.
Se non sai da dove incominciare e vuoi conoscere le basi dell’agricoltura biologica ti consiglio la nostra “Guida all’agricoltura biologica“, che puoi scaricare a questo LINK, del tutto gratuita e appositamente studiata per questo scopo.

L’arma a lungo termine
A lungo termine, quello che ognuno di noi dovrebbe fare quotidianamente è cambiare le tendenze e spostare gli equilibri del mercato.

Se sulle nostre tavole oggi portiamo solo frutta e verdura perfetta e calibrata la colpa è da attribuire maggiormente ai consumatori.
In natura difficilmente troverai più di una decina di frutti per albero perfettamente uguali, questo costringe i produttori a delle lavorazioni e manipolazioni inutili e dannose per la nostra salute.
Oppure la “moda” di avere tutta la frutta in tutto il periodo dell’anno, questo porta a delle forzature che spesso hanno delle controindicazioni difficili da capire, come la monocoltura intensiva che impoverisce il territorio oppure l’importazione di alimenti esteri.
Riacquistare il pensiero critico
Hai capito il potere che puoi esercitare con le tue scelte?
Il problema è che abbiamo perso la volontà di pensare e di vedere oltre la nostra comfort zone, influenzati continuamente da notizie e informazioni inutili che vogliono farci schierare da una parte, ma mai dalla nostra.
Questo è un messaggio indirizzato a tutti perché potete avere un ruolo centrale nel contrastare le resistenze nelle singole scelte di tutti i giorni.
Insieme possiamo sconfiggere le resistenze
L’agricoltura biologica può essere una delle risposte al problema delle resistenze in quanto tramite l’agricoltura plasmi un territorio adottando pratiche che minimizzano l’uso di prodotti chimici dando invece priorità a tecniche naturali per promuovere la fertilità del suolo, controllare le infestanti e gestire/convivere con i parassiti; come natura vorrebbe.
Tuttavia, un conto è scrivere un altro è metterlo in pratica.
La transizione verso un’agricoltura biologica è un cammino difficile e ricco di ostacoli, tralasciando per un momento il piccolo agricoltore ma le grosse realtà che si affacciano nel mercato reale hanno bisogno investimenti iniziali, un periodo di adattamento per gli agricoltori, il supporto di politiche agricole comuni, una adeguata formazione tecnica e la sensibilizzazione del pubblico; sono tutti elementi fondamentali per facilitare la transizione e non trasformare tutto in una pagliacciata.
Ma come abbiamo visto i benefici che si prospettano sono molto più significativi delle “seccature”, non solo può contribuire a risolvere il problema delle resistenze, ma può anche migliorare la qualità dei prodotti agricoli, tutelare la salute umana, la salute di tutti gli animale e proteggere l’ambiente.
In un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità globale, l’agricoltura biologica si pone come una via praticabile e necessaria per assicurare un futuro agricolo più sicuro e resiliente.
Ora tocca a te!!! Ma aspetta! Se hai bisogno di dritte per approcciarti al mondo dell’agricoltura biologica o magari hai un problema nel tuo orticello puoi prenotare una consulenza gratuita di 15 minuti in cui risponderò ad ogni specifica domanda con soluzioni su misura per te. CLICCA QUI PER PRENOTARE LA TUA CONSULENZA.
Adesso non hai più scuse, scegli la tua strada e buon lavoro!!!